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Il Turnover Della Classe Energetica

Sicuramente abbiamo tutti sentito parlare, per quanto riguarda un immobile, della Classe energetica e, i più informati, sapranno anche che l’Unione Europea ha alzato l’asticella della sostenibilità energetica degli immobili inserendo nuove norme che porteranno, di certo, ad un cambiamento generale per ognuno di noi.

Ma prima di addentrarci nelle novità, riprendiamo in mano un po’ di nozioni ed informazioni partendo con lo spiegare cosa è la Classe Energetica.

 

La classe energetica indica la qualità energetica dell’edificio e quindi permette di conoscere il fabbisogno di energia necessario per il riscaldamento, la produzione di acqua calda, l’illuminazione e di conseguenza i consumi e i costi.

Conoscere la classe energetica di un edificio è obbligatorio per legge dal 2005 , serve per rendere coscienti i proprietari dei costi energetici dell’edificio e incoraggiare interventi migliorativi. Con la certificazione energetica chi effettua migliorie in termini di efficienza può veder riconosciuto il proprio investimento da una conseguente crescita del valore dell’immobile.

Le classi energetiche sono dieci e vanno dalla A4 per gli edifici più efficienti alla G che identifica quelli meno efficienti.
 

APE: l’Attestato di Prestazione Energetica

L’Attestato di Prestazione Energetica, chiamato comunemente APE, è un documento che indica il livello di efficienza energetica degli edifici tenendo conto di diversi parametri come l'isolamento termico, la posizione e la presenza di impianti che garantiscono comfort e salubrità all'interno dell’ambiente domestico.

L’APE è un documento necessario se si effettua una compravendita immobiliare, se si affitta una unità abitativa, se si vendono edifici di nuova costruzione e se si effettuano lavori di riqualificazione per oltre il 25% della superficie dell’edificio.
L’Attestato di Prestazione Energetica è un documento ufficiale che resta valido per 10 anni e deve essere aggiornato nel caso vengano svolti lavori di ristrutturazione o riqualificazione, come ad esempio la sostituzione della caldaia, del pavimento o degli infissi.
Nell’APE, oltre alla classe energetica, vengono indicati anche tutti i lavori di miglioria da effettuare per far aumentare la classe dell’edificio.

Sono previste sanzioni amministrative per chi non produce l'attestato di prestazione energetica obbligatorio in caso di nuove costruzioni, vendita, locazioni, annunci immobiliari. Gli importi delle sanzioni sono variabili tra i 300 ed i 18.000 euro.

 

Adesso passiamo alle novità vere e proprie che andranno ad incidere in modo sostanziale sull’efficienza energetica degli immobili sia pubblici che privati.

La Comunità Europea ha presentato delle proposte per l’efficientamento energetico con l’obiettivo di ridurre le emissioni nocive del 55% entro il 2030.

Per fare ciò sono stati introdotti degli standard minimi e, per quanto riguarda gli edifici residenziali, hanno fissato la data nel 2030 per portare gli immobili dalla classe più bassa, ovvero la G, ad una classe che si posiziona a metà strada, ovvero la E per arrivare alla classe D entro il 2033.
L’Italia è uno dei paesi dell’Unione con la maggior percentuale di immobili ancora in classe G quindi, per raggiungere i nuovi standard, via libera al cappotto termico, la sostituzione degli infissi, le nuove caldaie a condensazione e i pannelli solari, che sicuramente rientreranno nei primi step da svolgere per rendere gli immobili meno energivori e più sostenibili a livello ambientale.

Ovviamente questi interventi, per i proprietari di immobili, avranno un costo che attualmente è stato stimato tra i 35mila e i 60mila euro ad abitazione.

L’aumento di classe energetica però, oltre che a costi, ha anche benefici per chi decide di effettuare i lavori e poi vendere l’immobile che, infatti, risulterà quotato maggiormente al metro quadro e quindi verrà valutato un prezzo di vendita maggiore rispetto a quello che avrebbe avuto con una classe energetica più bassa.

La Commissione Europea non ha introdotto alcuna sanzione nel caso di mancato rinnovamento, lasciando la scelta in materia ai singoli governi.

 

 

 

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